SERVILISMO E POPOLO ELETTO. NEL MENTRE, LI AVVOLGONO IN LENZUOLI BIANCHI, I BAMBINI DI GAZA (Per essere un alleato credibile, devi appoggiare un genocidio. Per essere un leader sovrano, devi obbedire ciecamente a un altro paese. Per essere un governo "forte", devi aver paura del dissenso dei tuoi cittadini. Ma il sistema di propaganda è talmente efficiente da presentare una potenza nucleare, occupante militare, come una vittima assediata)
Meloni, prima "patriota", poi "atlantista", poi "europeista", purché il vento tiri dalla parte del potere. È un capolavoro di opportunismo, trasformismo ma, chiamiamolo col suo nome: SERVILISMO.
"Sissignore, Eccellenza". L'Italia si è ridotta a lacchè strillante di un impero in declino e di un progetto colonialista morente.
E parliamo di Israele, per favore!
Settant'anni di colonialismo e si presentano alla festa del mondo come la vittima perpetua.
Hanno il complesso del sopravvissuto e il fucile del conquistatore. "Aiuto, ci stanno attaccando dalle prigioni che abbiamo costruito per loro!". E il nostro governo? Invece di dire "Balle", dice "Bisogna comprendere le sofferenze di entrambe le parti". Tra uno che ti lancia un sasso e uno che ti sgancia una bomba da 1000 chili.
L'arroganza del governo israeliano è diventata una forza di natura, come un uragano che si nutre della propria distruzione. Hanno costruito un gigante di argilla con le armi nucleari, e ora si stupiscono che il gigante abbia i piedi d'argilla.
Il sionismo, come tutti i progetti basati sulla purezza, è finito in un vicolo cieco. E noi, qui, in Italia, abbiamo dei leader così accecati dalla luce riflessa di quel potere morente, che non si accorgono di stare ballando sul ponte della Titanic.
L'ipocrisia è il vero carburante. Gaza è distrutta ma noi ci scandalizziamo per 4 "vandali" in piazza. Spendiamo miliardi per armi e "ponti sullo Stretto" fatti di fumo, e poi ci dicono che i soldi non ci sono per la scuola.
Il Re è nudo, sì, ma ha un esercito di troll che, online, gli ricamano abiti d'oro finto. E la gente ci crede! È la sindrome di Stoccolma applicata alla politica: ti sequestrano il futuro e tu ti innamori dei tuoi carcerieri.
Pensate al corpo di quella bambina, al corpo del fratellino avvolti in un lenzuolo bianco. Si trasforma la carne in ideologia, il lutto in propaganda, l’umanità in consenso elettorale.
Ci fanno sbattere il muso nella morte di un bambino palestinese e nella retorica della "guerra al terrore" finché non diventiamo impotenti, incapaci di distinguere un crimine di guerra da un atto di legittima difesa.
Per essere un alleato credibile, devi appoggiare un genocidio.
Per essere un leader sovrano, devi obbedire ciecamente a un altro paese.
Per essere un governo "forte", devi aver paura del dissenso dei tuoi cittadini.
Meloni ha venduto l'anima sua e quella dell'Italia, per un posto al tavolo dei grandi. Un tavolo che, tra l'altro, sta collassando.
La Storia. Serve studiare la Storia. Il conflitto è stato ridotto a uno spettacolo, mentre le sue radici solide -colonialismo, apartheid, disuguaglianza, genocidio- permangono, ignorate.
Il sistema di propaganda è talmente efficiente da presentare una potenza nucleare, occupante militare, come una vittima assediata.
L'analisi di Pappé non è peregrina: il Sionismo, nella sua forma attuale, è un progetto di insediamento coloniale.
I fatti sono chiari, ma vengono sistematicamente filtrati da un meccanismo di distorsione che protegge i potenti e criminalizza le vittime.
Una bambina guarda il fratellino morto. Un'immagine che dovrebbe marchiare a fuoco la coscienza del mondo. Invece, viene archiviata come "danno collaterale" in un conflitto che non osiamo più chiamare con il suo nome: genocidio.
Noi, a differenza di quella bambina, non siamo ancora costretti a guardare un orrore che non dovrebbe esistere.
Le parole del potere servono a nascondere, Ma la verità è semplice, cruda, spoglia come il corpo di un bambino.
La verità ha una sua logica implacabile. Un progetto basato sulla disuguaglianza e sulla supremazia etnica è destinato al fallimento, o a perpetuare una violenza infinita.
La pace non può essere costruita sull'ingiustizia. Neanche se ti consideri il popolo eletto alla ricerca della terra promessa, alla ricerca di una superiorità fittizia, che può essere mantenuta solo schiacciando l'altro.
Questo in realtà è il segno di una profonda insicurezza identitaria che alimenta l’ossessione per il potere, il controllo, il confine di uno spazio vitale mai abbastanza grande e sempre grandioso.
Purtroppo da tempo ho perso la fiducia in un futuro sereno, e l'idea che i nostri governi ci proteggano. È una perdita che fa male.
***
LENZUOLI BIANCHI
Li avvolgono in lenzuoli bianchi, i bambini di Gaza.
Bianchi come una colomba, e chi resta indossa una camicia per dormire, di polvere e cenere.
Le mamme cullano il vuoto con le mani diventate di pietra, cantano ninne nanne per orecchie che non sentono più.
La ninna nanna di chi resta è il ronzio dei droni, l’ultimo giocattolo è una scheggia tagliente come la verità.
Costruite sicurezza con le loro ossa in frantumi, credete di poter pagare Dio con l’acciaio e comprare la pace con qualche migliaio di razzi.
Bombardate i ponti del vostro domani, avvelenate le vostre fonti con l’odio, spacciato per virtù.
Non avrete mai terra abbastanza per colmare il vuoto dentro.
Mai armi abbastanza, per placare le urla nell’anima.
Il cielo sopra Gaza è di piombo, l’aria che spegne il grido di una madre è la stessa che voi respirerete un giorno, piena di paura.
Non c’è un muro sicuro. Voi siete in loro, loro sono già in voi.
Li avete trasformati in fantasmi che infestano le vostre notti negli incubi.
Potete ucciderli, mille volte e più, ma i loro occhi continuano a guardare le vostre leggi antiche, cieche e crudeli. Perché?
Gettate i fucili in terra, il fucile che impugnate vi trafigge il petto prima ancora di sparare, il nemico che colpite è l’ultimo pezzetto della vostra umanità.
C’è una sola casa: questa Terra.
C’è una sola famiglia: l’Umanità.
C’è una sola legge: quella della Pietà.


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